Nel nuovo WebiMar rifletteremo con Elena Buccoliero sulla “scrittura” come alleata preziosa e potente da maneggiare con cura nel lavoro sociale ed educativo, ma anche come possibilità di conoscenza di sé e condivisione con altri.

  La fiducia nella scrittura non è data per tutti. Eppure un “professionista della relazione e della cura” non può fare a meno di adoperarla. Vale la pena perciò di confrontarsi con le parole, tra scogli e opportunità, in dimensioni diverse dell’agire professionale.

La conduzione di laboratori con gruppi sia di bambini e bambine, sia di adolescenti o di adulti, anche in contesti di cura quali le comunità per minori o terapeutiche, ha portato Elena Buccoliero a esplorare il mondo fantastico come strumento di lavoro educativo. La più recente avventura è “Girastorie”, un laboratorio di scrittura collettiva a distanza, curato durante il lockdown del 2020 con minorenni accolti in diverse strutture emiliano-romagnole. Nel “cerchio di un gruppo”, le parole compongono storie fantastiche con una valenza educativa e trasformativa, strumento di alleanza tra operatori e ragazzi. Parole per specchiarsi o invece trasporre la propria storia personale, per entrare in relazione anche a distanza, per farsi compagnia.

Vi è inoltre la scrittura per sé. Restano quasi sempre a margine, ma hanno altrettanto valore, le parole che assistenti sociali, educatori, psicologi, magistrati… possono portare sulla pagina per riflettere sul proprio operato. Allo stesso modo da diversi anni Elena Buccoliero alimenta settimanalmente il blog “Prima le donne e i bambini” su Azione nonviolenta online (www.azionenonviolenta.it) e ha affidato una selezione degli articoli al suo libro più recente, “I sogni hanno la testa dura” (Meridiana, 2021).

Ma la scrittura è anche altro. Sono parole ascoltate e pronunciate nei colloqui con bambini e familiari, trascritte per riferire del proprio lavoro a responsabili, ad altri servizi sociali o sanitari, alla magistratura. Si cammina su un filo sottile: quanto dire e come dirlo. Il sovraccarico delle urgenze complica ulteriormente il compito.

Se dovesse cercare un nucleo pulsante che accomuna tutte le sue esperienze professionali Elena Buccoliero sceglierebbe la narrazione. Le storie ascoltate, lette, immaginate, costruite o decostruite nei gruppi, rappresentano certamente la parte più emozionante e autentica del suo lavoro.

Elena Buccoliero, sociologa e counsellor, esperta di medicina narrativa, ha attraversato diversi ruoli: giudice onorario minorile dal 2008 al 2019, direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati fino al 2021, formatrice e divulgatrice sul bullismo e sulla violenza assistita, conduttrice di laboratori di narrazione o di scrittura autobiografica in presenza e online.